La maggiore complessità dei bisogni degli anziani ha determinato un’evoluzione del sistema della cosiddetta “Long Term Care” (assistenza a lungo termine) e di tutte le formule di residenzialità.
Le nuove sfide della terza età sono state al centro del convegno organizzato da Anaste Nazionale, in collaborazione con Fondazione Anaste Humanitas, lo scorso 12 maggio all’Exposanità. All’incontro dal titolo “Identità, innovazione e prospettive nella Long Term Care” il filo conduttore di tutti gli interventi è il tema dell’umanizzazione delle cure con un’attenzione a 360 gradi del paziente, dagli aspetti clinici a quelli psicologici e relazionali. Umanizzare le cure significa anche rendere i luoghi di assistenza più accoglienti per rendere possibile una condizione di benessere fisico, cognitivo e sociale.
Verso una riforma del sistema assistenziale
Per soddisfare i nuovi bisogni degli anziani si rende necessario avviare una riforma del sistema assistenziale, come sostiene il dott. Gianluigi Pirazzoli presidente ANASTE ER e già presidente della Fondazione Sant’Anna e Santa Caterina nel primo panel dedicato ai “Modelli di governance e management socio-sanitario”:
“Gli anziani hanno bisogno di strutture dove si sentano a casa, per questo si parla di ‘residenti’ e ‘case residenze per anziani’. È fondamentale formare equipe multidisciplinari in grado di garantire assistenza sanitaria ma anche il benessere psicologico dei residenti. L’assistenza oggi necessita della sinergia tra domiciliarità e residenzialità, di equipe multidisciplinari e di passione.”
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Dello stesso avviso è la dott.ssa Ivonne Capelli amministratrice della CRA Villa Giulia di Pianoro dove la formazione e l’aggiornamento del personale sono una costante. Qui si creano progetti ad hoc per garantire agli anziani un benessere fisico ma anche psicologico.
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Le criticità: tra tutte la mancanza di personale
Le problematiche a livello nazionale riguardano le disuguaglianze regionali per il numero di posti letto nelle RSA e la carenza di personale sociosanitario, in particolare di infermieri. L’Anaste ha già avanzato alcune proposte, tra cui:
- concentrare le risorse per i malati più gravi visto che nelle RSA italiane il 50-60% degli utenti è affetto da demenze medio-gravi;
- aumentare le risorse dedicate alla Long Term Care;
- organizzare delle cure personalizzate;
- promuovere politiche di formazione e aggiornamento;
- investire in nuove tecnologie (telemedicina);
- semplificare le procedure burocratiche.
Le sfide della Terza Età: le proposte di ANASTE
Un ruolo centrale al convegno è stato quello del presidente nazionale Anaste dott. Sebastiano Capurso il quale ha dedicato spazio alle criticità delle RSA, che a livello legislativo rientrano tra i livelli essenziali di assistenza (LEA), non senza avanzare proposte migliorative:
“Il 36% della popolazione italiana ha bisogno di supporto assistenziale, ma il numero di posti letto residenziali per Long Term Care in Italia è minore rispetto alla media europea, nonché insufficiente per rispondere alle necessità degli utenti. Non si possono chiudere le RSA né ridurre il numero di posti letto, bisognerebbe invece potenziare i livelli di assistenza con le reti del territorio”.
Vedi l’intervista completa con il dott. Sebastiano Capurso
ANASTE conferma il suo impegno nel percorso di riprogettazione del sistema di cure e assistenza degli anziani e l’apertura al dialogo con le istituzioni per risolvere le criticità che il settore sta vivendo.
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In attesa di una riforma del sistema, Anaste ER si prepara alla presentazione del nono Bilancio Sociale che si terrà il 6 luglio prossimo nella sede di Confcommercio Ascom Bologna.